Recentemente, uno studio tra i pochi nel suo genere, ha calcolato i costi sanitari legati alla produzione di petrolio e gas e sul loro utilizzo, sulla qualità dell’aria e sulla salute umana.
Lo studio si chiama “Inquinamento atmosferico e impatti sulla salute umana legati alla produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti“ ed è stato pubblicato sulla rivista Environmental Research: Health in associazione con la Boston University School of Public Health, dall’Istituto per l’ambiente dell’Università della Carolina del Nord, dal PSE Healthy Energy e dall’Environmental Defense Fund.
Qualità dell’aria
I ricercatori hanno esaminato la qualità dell’aria e gli impatti sulla salute umana associati all’ozono, al particolato fine e al biossido di azoto prodotti dal settore petrolifero e del gas degli Stati Uniti nel 2016. Hanno confrontato questo impatto con quelle delle emissioni di metano associate ed è stato scoperto che:
L’inquinamento atmosferico nel 2016 dal settore petrolifero e del gas negli Stati Uniti ha provocato 410.000 esacerbazioni asmatiche, 2.200 nuovi casi di asma infantile e 7.500 decessi in eccesso con 77 miliardi di dollari di impatti totali sulla salute.
NO2 (biossido di azoto) è stato il più alto responsabile con il 37%, a seguire l’ozono con il 35% e infine il PM2,5 (particolato fine) con il restante 28%.
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Aree con maggiore inquinamento
Gli impatti sono stati concentrati principalmente in aree con significativa produzione di petrolio e gas come la Pennsylvania sud occidentale, il Texas e il Colorado orientale. Ma gli effetti sulla salute si sono estesi anche a città densamente popolate con poca o nessuna attività di gas, come Chicago, New York, Baltimora, Washington e Orlando.
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I cinque stati con i maggiori impatti dall’inquinamento da petrolio e gas – tutti hanno una qualche significativa attività petrolifera e del gas – sono stati Texas, Pennsylvania, Ohio, Oklahoma e Louisiana. Nonostante questo, stati come l’Illinois e New York che producono pochissimo petrolio e gas, sono comunque al sesto e ottavo posto rispettivamente. L’inquinamento quindi è un problema che non rispetta i confini statali.
Saravanan Arunachalam, professore di ricerca presso l’Istituto per l’ambiente dell’Università della Carolina del Nord, ha dichiarato:
Gli stati che hanno le emissioni più alte non sono necessariamente sempre quelli con il più alto rischio per la salute a causa di queste emissioni, sebbene il Texas sia al primo posto in entrambi.
Texas, tra rinnovabili e fossile
Il Texas è la primo posto sia nella produzione eolica che solare, ma la legislatura è determinata a soffocare il suo fiorente settore delle energie rinnovabili e sovvenzionare i combustibili fossili con nuove leggi che sono state recentemente approvato dal suo senato.
Queste leggi passeranno perché il governatore del Texas sostiene fermamente i combustibili fossili e questo garantirà bollette energetiche più elevate per i consumatori e aumenterà le emissioni derivanti dall’uso del gas naturale.
La direzione che sta prendendo il Texas è una direzione che nessuno stato dovrebbe prendere, ma anzi dovrebbero lavorare per ridurre le emissioni passando alle energie rinnovabili al fine di protegger le persone e l’ambiente.
I risultati dello studio suggeriscono che le politiche di riduzione delle emissioni possono produrre benefici immediati e significativi per la qualità dell’aria, per la salute umana e per il clima.
Ridurre le emissioni di petrolio e gas è uno dei modi più rapidi ed economici per ridurre il metano e altri inquinanti atmosferici, che migliora la qualità dell’aria, protegge la salute pubblica e rallenta i cambiamenti climatici.
L’Italia non è certo un produttore di combustibili fossili, ma un grande utilizzatore. Come pensate che stiamo affrontando questa transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili?
Ci penserò 😉
No Federico, mi spiace, quello di Toyota è un vizio occulto, così come il richiamo delle batterie di Hyundai Kona…
Ciao Marco ci fa piacere apprendere ulteriori dettagli il giorno dopo della pubblicazione dell’articolo. Se vuoi aiutarci a riportare notizie…
Ciao Marco, se VinFast fa pena per un problema del genere a Toyota cosa avrebbero dovuto fare per aver messo…
In verità queste sono norme applicate anche in Europa. La velocità massima è limitata tra i 20 e i 25…