Oggi non parleremo dei ridicoli incentivi alle auto elettriche. Ma direttamente di chi dovrebbe disincentivarci ad utilizzare del tutto l’automobile privata in favore dei mezzi pubblici. E a quanto pare sembra remare contro.
Dobbiamo sapere che nelle maggior parti del Sud Italia ci sono circa 70+ auto per 100 abitanti. Nel Centro Italia sono 60+. A Madrid la media è di 48, a Parigi è di 36 e a Berlino è di 35. Perché in Italia non riusciamo a seguire l’Europa in questo processo?
⚡️ Leggi anche: Tesla Files – 100 GB di dati prelevati
Tutta una questione di soldi, ma soprattutto di come vengono spesi
Ieri sera stavo guardando in TV il servizio di Milena Gabanelli, Dataroom, che va in onda su La7. L’argomento trattato mi interessava particolarmente visto che si parlava di treni.
E non lo dico come lo direbbe Sheldon Cooper. Non sono di certo un appassionato di treni, anzi… ma come molti di voi lettori sono un pendolare e sono “costretto” ad usare i treni per andare al lavoro. Lavorando in una metropoli come Milano sono praticamente obbligato ad utilizzare i mezzi pubblici perché muoversi in auto, senza avere un parcheggio privato sul luogo di lavoro, è un incubo.
Muoversi con i mezzi pubblici, anche in una città come Milano, dove la rete non è sicuramente una delle peggiori, ed è ragionevolmente estesa, non è certo rose e fiori.
La rete ferroviaria italiana sembra essere allo sbando
Dal COVID e lo Smart working (2020) sempre più persone hanno abbandonato il treno per motorini e automobili.
Tra linee ferroviarie guaste. Treni vecchi. Ritardi. Corse cancellate. Prezzi di abbonamenti e biglietti che salgono.
Più che un processo per slegare i pendolari dall’utilizzo del mezzo di proprietà, sembra uno per legarli saldamente.
Ma tornando ai dati snocciolati dalla Gabanelli, se in 10 anni sono stati costruiti 78 km di ferrovie, 140 km se si tiene in considerazione anche l’alta velocità, e 301 km di autostrade ci sarà un motivo. Evidentemente chi crede di voler cambiare l’Italia favorendo i mezzi pubblici e sfavorendo il traporto su gomma sta prendendo un abbaglio.
Questo senza contare il problema, forse principale, delle ferrovie italiane, ovvero l’anzianità dei mezzi che circolano. In Italia sono circa 2.800 i treni regionali in circolazione, il 43% di essi ha più di 15 anni di servizio, e molti sono ancora a gasolio. Alla faccia dell’elettrificazione annunciata a più riprese da Trenitalia.
Il 2026 e i soldi del PNRR
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è entrato in vigore dal 2020-21 con l’epidemia del COVID-19. In questo piano sono stati stanziati parecchi miliardi per rimettere in funzione il Sistema Paese.
Gli investimenti per le infrastrutture e i trasporti ammontano ad un totale di 53 miliardi di Euro. L’unico problema è che siamo a 2023 inoltrato e questi soldi vanno spesi entro e non oltre il 2026, ormai vicinissimo.
Di questi 53 miliardi sono 10 quelli da investire sulle linee non dedicate all’alta velocità. Peccato che ad oggi non sembra che sia stato speso qualcosa per rinnovare linee, treni e stazioni. Ed il rischio è quello di arrivare al 2026 con una situazione peggiore di quella che c’era quando sono stati stanziati i soldi.
Se volete approfondire vi consiglio l’articolo sulla pagina del Corriere.
Problematiche che solo i pendolari dei mezzi pubblici conoscono
Vivendo al nord probabilmente non sono in grado di comprendere al meglio le problematiche che si potrebbero avere al sud. In ogni caso, noi pendolari dell’hinterland milanese, viviamo con l’assillo dello sciopero che si tiene il venerdì ogni 2 o 3 settimane e che comprende non solo il personale ferroviario, ma anche quello di ATM (trasporto pubblico milanese). Sappiamo che il treno non sempre ci sarà la mattina e che se c’è al 90% fa’ ritardo. Sappiamo anche che almeno una volta al giorno il treno si fermerà in mezzo ad un campo per motivi sconosciuti, per problemi di linea, per far passare altri treni più veloci, oppure perché ci sono problemi frequenti alla linea elettrica. Non è raro arrivare in ritardo al lavoro nonostante alla fine si scopra di aver viaggiato sul treno della mezz’ora precedente.
Dov’è il problema? Basta utilizzare altri mezzi privati che non siano i treni!
Vi è mai capitato di dovervi spostare il giorno che c’è sciopero o che, per altri motivi, non sono disponibili i mezzi pubblici?
A me è capitato l’anno scorso di dover fare metà della tratta ferroviaria con altri mezzi per problemi di sistemazione della linea dovuta al caldo che a quanto pare ha danneggiato i binari di tutta la tratta chiusa sotto Milano. Qui sotto trovate l’intera vicenda.
⚡️ Leggi anche: “L’elettrico fa pochi km” – Monopattino Edition
Diamo una stretta ogni tanto senza risolvere i problemi
Se dovete muovervi in una grande città la soluzione più comoda potrebbe essere il monopattino elettrico. Incentivato nel 2020 proprio per non utilizzare i mezzi pubblici. Poi limitato con qualche legge raffazzonata nel 2021. Poi ancora preso di mira nel 2022 con delle nuove regolamentazioni che sono entrate in vigore dal settembre 2022 per i mezzi nuovi e che entreranno in vigore dal primo gennaio 2024 per i mezzi preesistenti.
⚡️ Leggi anche: Monopattini elettrici – Riflessioni sulle nuove norme
Poi trovo questo articolo che parla di come il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, voglia ancora una volta mettere una nuova stretta ai monopattini elettrici.
Spero entro giugno (2023) di portare in approvazione nuove norme. L'attuale Codice della strada risale al '92. Voglio portare a scuola l'educazione stradale vera e incrementare le sanzioni. Voglio parlavi di monopattini: ho una figlia di 10 anni e uno di 20 e avere delle norme per le quattro e le due ruote è fondamentale. Bisogna rispettare le leggi anche sulle due ruote: casco, immatricolazione, targa e freccia anche per tali veicoli.Matteo Salvini, ministro dei trasporti e delle infrastrutture
Andando più nel dettaglio vediamo che in realtà parte di questa nuova regolamentazione è già in atto o prevista dalla precedente.
Il casco ad esempio è obbligatorio solo per i minori di 18 anni, mentre ricordiamo che i minori di 14 anni non dovrebbero poter usare il monopattino elettrico in strada.
Le frecce per la svolta sono già obbligatorie sui mezzi in vendita da inizio anno, e lo saranno anche per i vecchi monopattini dal primo gennaio 2024.
Per quanto riguarda le immatricolazioni e targa noi potremmo essere sia favorevoli che contrari, l’importante è che, come nel caso di quando si parlava del bollo, non sia fatto esclusivamente per i monopattini elettrici ma anche a biciclette elettriche e non.
Soprattutto visto che il ministro Salvini parla di “due ruote”. Tenuto conto poi che in strada ci sono sia monopattini che biciclette e che gli incidenti capitano ad entrambe le categorie anche se un incidente in bicicletta non fa notizia, neanche se chi si fa male sfreccia a 60 km/h sulla sua fiammante bici da corsa.
Invece, nonostante da vecchie regolamentazioni del 2020 i monopattini elettrici debbano poter viaggiare sulle zone 30 urbane, nel corso del tempo hanno visto abbassare la velocità massima di circolazione da 30 km/h a 25 km/h e poi a 20 km/h. Creando non pochi disagi a chi vuole rimanere entro i limiti di legge e soprattutto vorrebbe non arrecare problemi di “traffico” agli automobilisti nelle strade non larghe.
“Senza regole, limiti e controlli”
Stiamo anche lavorando perché alcuni mezzi a due ruote come i monopattini, che troppo spesso sfrecciano senza regole, limiti e controlli ovunque, raggiungendo anche velocità elevate e pericolose, non possano più essere venduti e acquistati. Il limite di 20 km orari a cui viaggiano i monopattini a noleggio, dovrà essere il massimo di velocità oltre il quale non si possano più vendere o acquistare.Matteo Salvini, ministro dei trasporti e delle infrastrutture
Come detto in precedenza, i limiti purtroppo ci sono. O meglio, le regole ci sono e sono sempre più stringenti. Quindi, a differenza di quello che il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Salvini afferma, i limiti li hanno già imposti loro e stanno continuando a peggiorare la situazione.
Non è neanche una questione di sicurezza. Perché aggiungendo limitazioni all’utilizzo e alla vendita dei mezzi, sempre meno produttori porteranno ufficialmente prodotti in Italia, alimentando un mercato nero della micromobilità elettrica.
⚡️ Leggi anche: Xiaomi Mi Scooter 4 Ultra, il monopattino definitivo che non arriverà in Italia
La vera problematica sono i percorsi ciclabili, inesistenti a livello di Italia, e spesso mal pensati a livello comunale oppure in stato fatiscente.
Quindi se si vogliono intraprendere delle azioni per limitare gli incidenti sarebbe meglio investire nella prevenzione. Con ciclabili ben pensate e utilizzabili. Con un patentino per insegnare non tanto a guidare una bici o un monopattino, ma a stare in strada. Pensando a severi test di sicurezza per poter vendere i mezzi nel nostro Paese. Ripensando i limiti di velocità visto che se usassimo una bici muscolare non penso che a 35 km/h sia meno pericolosa di un monopattino elettrico o bici con pedalata assistita alla stessa velocità.
E solo dopo applicare i controlli su strada. Ma controlli seri, fermando i mezzi che girano in città non rispettando il codice della strada.
Inoltre limiti, regole e controlli sono cose gestite dalle istituzioni e dai corpi di polizia. Devono essere il ministero e la polizia a fare le leggi e a farle rispettare. Noi possiamo solo limitarci ad acquistare prodotti a norma di legge, senza modificarli, e ad utilizzarli sulle strade su cui possono circolare. Ma se continueranno in questa direzione non faranno altro che farci tornare tutti all’auto e al motorino. Magari a gasolio.
Questo articolo, forse uno sfogo, è dedicato a tutti quelli che come noi cercano di spostarsi nel modo più ecologico possibile o che sono impossibilitati ad utilizzare l’automobile per certe tratte.
Se non andate a lavoro in auto o moto, come vi spostate? Che difficoltà avete durante il vostro percorso quotidiano?
Bel racconto, in bocca al lupo con la tua nuova BMW
Ciao Francesco, qui trovi tutte le info e le condizioni. https://ecobonus.mise.gov.it/ecobonus/chi-ne-ha-diritto
“D’altro canto l’alloggio è posizionato nel prolungamento del parafango in plastica e non nella carrozzeria, pertanto non dovrebbe rappresentare un…
Ciao, volevo chiedere sè ad oggi Settembre 2023, c’è ancora la possibilità di avere un’ulteriore 50% sugli incentivi per chi…
Devono provarci e sbatterci la testa, quando si saranno rotti le corna impareranno …
In verità queste sono norme applicate anche in Europa. La velocità massima è limitata tra i 20 e i 25 in tutta Europa, in Germania l’obbligo di targa c’è da tempo, in tanti paesi c’è il casco obbligatorio e se non sbaglio in Svizzera per 14enni e 15enni è richiesta anche la patente (magari non ditelo a Salvini …). Il motivo dell’assicurazione obbligatoria è condivisibile [ https://www.assinews.it/02/2022/germania-molti-danni-causati-dai-monopattini-elettrici/660093671/ ].
Per viaggiare velocemente e in sicurezza in città sgusciando nel traffico ci sono scooter anche elettrici che offrono tutte le garanzie di sicurezza e il cui costo è sempre più basso, ad esempio Efun E2GO autonomia 70 km, batteria da 2.2 kWh estraibile e costo di 1999 euro, mentre il Sunra ROBO-S con 90km di autonomia, batteria da 2.8 kWh estraibile e velocità di 90 km/h costa 3158 euro. Non sono un esperto di questi mezzi ma credo che qualcosa in giro cercando bene si trovi.