Sempre più aziende stanno investendo molte risorse, non solo economiche, per implementare tecnologie che possano soddisfare diversi requisiti, soprattutto in ambito ambientale. E uno dei materiali che si sta’ sempre più spesso adottando è la plastica riciclata.
Le normative sempre più stringenti sono solo alcune delle direzioni che le auto a venire dovranno seguire. C’è infatti chi segue e chi anticipa il futuro e a volte lo “guida”.
Audi è sicuramente al top, sia come qualità costruttiva, di ingegneristica e di vision, proiettando i suoi progetti e ricerche, sempre oltre un livello di eccellenza.
Per la prima volta viene così implementata Plastica da riciclo chimico, ed esattamente nelle cover delle fibbie delle cinture di sicurezza della nuova Audi Q8 e-tron.
Il segreto di questa “nuova” plastica è l’olio di pirolisi
I derivati prodotti mediante olio di pirolisi garantiscono le stesse caratteristiche fisiche della plastica tradizionale.
Il Brand attinge ai materiali secondari per la realizzazione di componenti votati alla sicurezza.
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La plastica delle nuove fibbie, ottenuta riciclando chimicamente i rifiuti automotive, è il risultato di un innovativo processo industriale sviluppato con lo specialista LyondellBasell.
Il processo di riciclo chimico, frutto del progetto pilota sostenuto da Audi sin dal 2021, prevede che componenti automotive non riparabili vengano separati da materiale estranei, prima di essere sminuzzati e trasformati in olio di pirolisi.
La qualità di questo olio, definito bio-greggio, corrispondono a quelle dei derivati del petrolio e i materiali realizzati mediante olio pirolitico garantiscono le stesse caratteristiche dei componenti originali, potendo inoltre essere trasformato e riciclato infinite volte.
Attualmente viene così coperto circa il 70% di materiale plastico per la realizzazione delle cover delle fibbie delle cinture sicurezza. Ma Audi mira a generare olio di pirolisi in quantità tale da escludere totalmente il ricorso a derivati del petrolio, andando così a recuperare i rifiuti automotive difficilmente riutilizzabili.
Si parte così da un dispositivo di sicurezza passiva, indispensabile a salvare vite, per la progressiva creazione di altri componenti mediante lo stesso ciclo produttivo appena descritto, facendo bene sia portafoglio che al pianeta.
Sicuramente un’ottima strada per rendere le autovetture sempre più ecologiche, pur mantenendo intatto il piacere di guida e la sua sicurezza.