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    HomeAuto ElettricheAfeela / Sony-Honda MobilityGiappone, tra tecnologia e tradizione non c'è posto per l'auto elettrica

    Giappone, tra tecnologia e tradizione non c’è posto per l’auto elettrica

    Era da un po’ che avrei voluto parlarvene. Io amo il Giappone. Penso che Giappone e Italia siano, per motivi diversi, le nazioni più belle del mondo. Non le migliori eh, ma le più belle sì.

    Il Giappone, le sue tradizioni, la loro tecnologia

    Quando si pensa al Giappone spesso ci vengono in mente il sushi e gli All-You-Can-Eat, i templi shintoisti o i manga. Ci vengono in mente anche gli Shinkansen (i treni ad alta velocità), le metropoli piene di grattacieli, le macchinette automatiche lungo le vie, le centrali nucleari e la PlayStation.

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    tutto il meglio del giappone | elettronauti It

    Però sicuramente non ci viene in mente l’auto elettrica. Eppure non dico che abbiano inventato l’auto elettrica perché sarebbe un eresia e penso che Alan Murarotto potrebbe ammazzarmi. Ma si potrebbe asserire, che insieme a Tesla e Renault, siano stati i precursori dell’era moderna dell’auto elettrica.

    ⚡️ Leggi anche: Storia dell’auto elettrica – Parte #1: l’elettromobile

    Nissan, agli albori dell’auto elettrica moderna

    Per chi non lo sapesse parliamo di Nissan. L’azienda di Yokohama quest’anno vanta 90 anni di storia. La sua Nissan Leaf, acronimo di LeadingEnvironmentally friendlyAffordableFamily car, è uscita nell’ormai lontano 2010. Certo non si parla del 2008 come nel caso di Tesla Roadster, ma può comunque essere considerata la prima elettrica “di massa” dell’era moderna e la base di partenza per l’ormai diffusissima Renault Zoe uscita nel 2013.

    Nel 2014 però hanno esordito nel settore dei van con la versione elettrica del nuovo NV200, chiamato appunto e-NV200. Presto questo van è diventato uno dei più diffusi al mondo e lo avrete senz’altro visto passare anche nel vostro paese.

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    Nissan leaf prima generazione e van e nv200 | elettronauti It

    Le auto elettriche in Giappone oggi

    Nel corso degli anni Nissan ha rinnovato la Leaf nel 2017 con la seconda generazione e ha presentato la Keicar Nissan Sakura anche in versione elettrica per il solo suolo giapponese, ma ha aspettavo fino al 2022 per offrire un nuovo modello completamente elettrico. In questo caso però la Nissan Ariya condivide la stessa piattaforma RNM CMF-EV con la Renault Megane E-Tech che deriva anch’essa dalla nuova Megane con motore termico e trazione anteriore. Trazione anteriore che viene mantenuta anche sulle due vetture elettriche…

    In Giappone però c’è anche il colosso mondiale Toyota, da anni maggior produttore mondiale di autovetture. Anche Toyota ha aspettato il 2022 per mettere sul mercato il suo primo veicolo elettrico, il SUV bZ4X e la gemella Subaru Solterra. A parte il nome che sembra che qualcuno si sia seduto sulla tastiera, la Toyota bZ4X è la prima della serie bZ o beyond Zero che esce in concomitanza con la fine della carica di CEO di Akio Toyoda, storico dirigente dell’azienda giapponese e nipote del fondatore.

    Poi in Giappone c’è anche Honda, marchio conosciuto da automobilisti, motociclisti e anche navigatori, visto che i loro prodotti spaziano dalla nautica alla strada. L’azienda di Tokyo è entrata nel mondo dell’auto elettrica nel 2020 con la piccola compact car Honda e, sfidando tutti con un’auto piccola e costosa, a metà tra tradizione e passato, tecnologia e futuro. Insieme alla piccola Honda e era prevista anche una sportiva, sempre con forme retrò, che però non ha mai visto la luce. È inoltre parte della joint venture Sony Honda Mobility che ha dato vita al marchio Afeela e ad un primo concept funzionante.

    La stessa Sony al CES 2020 di Las Vegas aveva stupito i presenti e il mondo dell’elettronica di consumo con un primo concept funzionante di vettura elettrica chiamata Vision-S e ora ribattezzata Vision-S 01 quando nel corso degli anni hanno mostrato la variante SUV Vision-S 02.

    Quindi a conti fatti abbiamo 6 vetture, 3 Nissan, 1 Toyota, 1 Subaru e 1 Honda, e 4 concept. Se ovviamente andiamo ad escludere la piccola Mitshubishi i-Miev, coosviluppata e prodotta insieme a Citroen (C-Zero) e Peugeot (iOn), e non più in produzione.

    Il fenomeno Tesla non attecchisce nel Paese del sol levante

    Tesla, come sappiamo, è un fenomeno mondiale. Vende ovunque e continua ad incrementare i volumi di vendita con solo 4 modelli a listino, e neppure così tanto economici visto che in Italia il modello più economico costa comunque 40.000 € incentivi esclusi. Eppure non sembra suscitare appeal tra i giapponesi.

    I giapponesi comprano prodotti giapponesi

    C’è qualcosa che attualmente rende incompatibili giapponesi ed auto elettriche. Probabilmente il fatto che i loro stessi produttori di autovetture non ci abbiano mai creduto più di tanto, unito al fatto che i giapponesi sono un popolo molto nazionalista.

    Ad esempio, tornando a Toyota, maggior costruttore mondiale di automobili. Il signor Akio Toyoda è conosciuto per essere contrario all’auto elettrica e “stranamente” pensa che il futuro debba essere ibrido o ad idrogeno. Ma nonostante il suo pensiero, l’azienda ha dovuto cambiare marcia per non perdere un treno importante, quello dell’elettrificazione. O almeno… vedremo se è riuscita ad attaccarsi al treno in corsa o se cadrà tra qualche km.

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    Toyota schiera 16 concept elettrici per il futuro | elettronauti It

    Però è un dato di fatto che in Giappone ci siano praticamente solo auto giapponesi (per trovare il primo produttore non giapponese bisogna arrivare alla posizione 9 con Mercedes-Benz con l’1,2% di share, rispetto alle prime 8 posizioni che compongono il 90,4%). Quindi se la domanda coincide con l’offerta sembra non esserci posto per le auto elettriche.

    Problemi energetici? Fortuna che c’è l’idrogeno per il futuro!

    Probabilmente riguarda il fattore energetico. L’isola giapponese ha paura di rimanere senza corrente per alimentare un eventuale parco circolante solo elettrico? Sembra assurdo visto che ad oggi è forse il Paese più sprecone in termini di energia elettrica al mondo. Tra insegne luminose sempre accese e macchinette automatiche ogni 10 metri non sembra essere l’energia elettrica il problema del Giappone. Non a caso, pensando al Giappone ci vengono in mente le centrali nucleari e perché no… l’incidente di Fukushima.

    Però la nazione ha anche deciso di abbandonare, progressivamente, il nucleare. Il che potrebbe significare meno energia elettrica per le automobili. Eppure, a detta dell’ex CEO Toyota, Akio Toyota, la strada che si dovrebbe percorrere è quella dell’idrogeno. Il nome della vettura (elettrica) con cella di combustibile ad idrogeno, comunemente chiamata Fuel Cell, che attualmente è arrivata alla seconda versione si chiama Mirai, termine giapponese che indica la parola “futuro”. Quindi ci fa capire come effettivamente nei piani di Toyota ci fosse l’idrogeno per il futuro della mobilità.

    Ora non ci interessa trattare nel dettaglio l’argomento idrogeno, ma ci basta sapere due cose. Ovvero che l’unico modo per produrre idrogeno in maniera green è usando energia elettrica da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idroelettrico…) e che a parità di energia utilizzata da un’automobile elettrica a batteria e da una elettrica a cella di combustibile, un’auto elettrica a batteria ha un’efficienza energetica di circa 2,5 volte superiore a quella che si ha con un’auto a Fuel Cell. Dato estrapolato prendendo in considerazione proprio una Toyota Mirai e una Tesla Model 3 Long Range da 82 kWh, e solo per i consumi, trascurando le perdite di efficienza della rete elettrica o produzione, trasporto e stoccaggio dell’idrogeno.

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    Rifornimenti di idrogeno in giappone | elettronauti It

    Quindi se un domani tutto il Giappone si muovesse solo con Toyota Mirai gli occorrerebbe almeno 2,5 volte l’energia elettrica necessaria per muovere la stessa popolazione che si sposta su Tesla Model 3.

    ⚡️ Leggi anche: ElettroWiki – Diversi tipi di EV: FCEV o Fuel Cell

    0,2% di elettriche vendute nel 2022 in Giappone

    Quindi come si spiega questo dato? In un mercato che, nonostante la flessione avvenuta del 2022, conta circa 4 volte i numeri francesi con 4,2 milioni di veicoli venduti rispetto al dato di 1,15 milioni dei transalpini, la quota di elettriche si ferma a 10.400 unità. E pensare che noi italiani ci rattristiamo per il nostro misero 3% mensile. In proporzione ne vendiamo 15 volte di più.

    Rete elettrica

    Potrei sbilanciarmi pensando che nonostante la grande disponibilità di elettricità, il Giappone non è la nazione con la migliore rete elettrica. Appena si esce dalle grandi metropoli si iniziano a vedere giungle di cavi che si diramano da una casa all’altra.

    E questa cosa, da italiano, mi fa ancora più arrabbiare sapendo che, al contrario, l’Italia è una delle nazioni con le migliori reti elettriche suddivise in alta, media e bassa tensione. Eppure noi non sfruttiamo questo vantaggio che abbiamo e anzi, ci lamentiamo che non abbiamo l’infrastruttura adatta…

    Quindi sì, il Giappone da questo punto di vista è indietro, e questo è un problema per l’elettrificazione del Paese.

    Pubblicità ingannevole

    Questo punto, mi duole dirlo, tocca sia i giapponesi che gli italiani. Visto che una delle tecnologie più stupide mai inventate nel Paese del sol levante, sulla nostra penisola si è rivelata un best-seller.

    Noi abbiamo già fatto un’analisi di questa tecnologia in questo articolo, scritto da Simone, che vi invitiamo a leggere. Stiamo parlando della tecnologia e-Power di Nissan, presentata su Qashqai e X-Trail. Per farla breve… è tutta fuffa.

    L’elettrico senza spina” a detta degli slogan dell’azienda giapponese, ma che nella realtà consuma più benzina di una ibrida a parità di km percorsi. E già il fatto che si parli di un combustibile fossile che viene immesso in un sistema EREV come se fosse un’elettrica pura, o BEV, fa’ storcere il naso. Ma poi viene mostrato chiaramente nello spot televisivo come la spina sia essenzialmente il problema delle elettriche. secondo loro il problema si risolve con una vettura che di esperienza elettrica o meglio di “piacere dell’elettrico“, sempre citando lo spot, non offre pressoché nulla se non il fatto di non avere il cambio manuale. Ci sarebbe da spiegare a Nissan che non serve acquistare un’auto con tecnologia e-Power se non si vuole cambiare marcia.

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    Bmw i3 | elettronauti It

    Oltretutto ci sarebbe da dire che questa tecnologia eletta Best Innovation of the Year nel 2022 non è neppure un innovazione visto che già BMW la usava come soluzione secondaria nell’avveniristica BMW i3 del 2013, e che BMW ha accantonato nel 2018 l’opzione Range Extender, rimuovendola dal listino della i3.

    ⚡️ Leggi anche: ElettroWiki – Diversi tipi di EV: REEV o Range Extender

    Tutto ciò fa il paio con Toyota che si ostina a proporre l’idrogeno e la Mirai come la soluzione a tutti i mali. In pratica si ostinano a proporre l’utilizzo dei combustibili fossili o dei combustibili che ti rendono comunque dipendente da altri. Evviva l’indipendenza energetica!


    Ci tengo a precisare che quello che c’è scritto in questo articolo rispecchia il mio pensiero nei confronti di certe situazioni che si sono andate a creare. Non rispecchia necessariamente il pensiero di tutto il Team di Elettronauti.

    Detto ciò continuerò ad ammirare il Giappone come ho sempre fatto, però ho via via perso l’ammirazione per certe società che ritenevo all’avanguardia e che penso si siano letteralmente tirate la mazza sui piedi da sole. Nissan rimarrà per sempre quella società che si è rialzata con la GT-R.

    Cari Elettronauti spero vi sia piaciuta questa piccola storia dell’auto elettrica giapponese. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensate voi riguardo queste tematiche.

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