In occasione della presentazione al CES 2022 del nuovo sistema di guida autonoma creato da Volvo chiamato Ride Pilot, si materializza per la prima volta il concept del presente e del futuro della casa svedese, il Recharge, totalmente elettrico che rappresenta la base per tutte le prossime creazioni.
Sa da un parte si punta ad investire molto sul futuro dell’automotive e della guida autonoma, dall’altro si pone il problema di convertire ed adeguare legislazioni ormai obsolete, anche per le attuali vetture circolanti che richiedono un’intervento da parte del guidatore.
Si perché, se nel prossimo futuro (si parla di circa 10 anni) le auto circolanti saranno per la maggior parte dotate di sistemi avanzati di guida assistita che potranno attivamente intervenire per prendere il controllo, qualora il conducente non si comporti correttamente o addirittura, occuparsi totalmente della guida, lasciando così all’utente la possibilità di “rilassarsi, leggere, lavorare o intrattenersi con quello che più gli aggrada. Arrivando a destinazione decisamente più rilassato e riposato”, si presentano dei problemi di nuova natura.
Un problema di natura giuridica.
La sicurezza della circolazione potrebbe effettivamente trarre giovamento dalla guida assistita, ma occorre risolvere un problema di responsabilità, tenuto conto che incidenti o malfunzionamenti potrebbero comunque capitare.
All’evento Volvo ha partecipato anche il Professor Enrico Al Mureden, ordinario di Diritto Civile dell’Università di Bologna e docente di Product Safety, Liability and Automotive presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’ateneo di riferimento della “motor valley” italiana. “La prossima disponibilità dei sistemi di guida autonoma pone infatti il problema di un ordine giuridico che deve ancora recepire l’evoluzione tecnologica del settore automotive”, in particolare per quanto riguarda la responsabilità civile della conduzione di un veicolo che oggi ricade sempre sul guidatore e, per quanto riguarda difetti di fabbricazione, sul produttore del veicolo.
A chi guida oggi un veicolo con sistemi ADAS avanzati non viene riconosciuto alcun beneficio, che invece, sottolinea il professore Al Mureden, sarebbe auspicabile per incentivare la diffusione dei nuovi sistemi di sicurezza e accelerare la sostituzione del parco circolante, in modo da portare più velocemente ad un mondo in cui le auto a guida autonoma rappresentino la quasi totalità. Chi oggi guida un’auto con sistemi di assistenza alla guida in grado di ridurre sensibilmente il rischio di collisioni viene trattato allo stesso modo di chi utilizza un’auto di vent’anni fa, sia in termini di responsabilità civile che, di riflesso, di premio assicurativo. Non ci sono incentivi per l’acquisto di più costose auto sicure, mentre in Europa la guida autonoma di livello 3 per non parlare di quella di livello 4, sostanzialmente non è ancora consentita se non in rare zone ben delimitate.
In Italia poi, si attende con una certa urgenza una modifica al Codice della Strada che possa permettere la veloce diffusione di questi sistemi che, ricordiamo, sono praticamente indispensabili per la nostra sicurezza. Ad oggi infatti togliere le mani dal volante è vietato in ogni sua forma.
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Possibili soluzioni
L’idea – a nostro parere molto interessante – data dal Prof. Al Mureden, si basa sul fatto che non dovrebbe più essere il conducente ad assumersi la responsabilità di un eventuale incidente in un mondo con circolazione stradale a guida autonoma, ma bensì direttamente le case costruttrici che dovrebbero creare un fondo che vada a risarcire i pochi incidenti che potrebbero verificarsi, causati da malfunzionamenti dei loro prodotti, come si fa oggi con parti auto o elettrodomestici difettosi.
Chi produrrà veicoli più sicuri, in base a dei coefficienti e dei test, pagherà una quota inferiore e così via. Un modo anche per incentivare sia l’utente a dotarsi di questi veicoli, sia le case costruttrici a creare prodotti sempre più sicuri e performanti.
Inoltre come abbiamo menzionato poc’anzi anche il Codice della Strada andrebbe rivisto per adeguare i nuovi comportamenti da tenere, utilizzando auto con diversi livelli di guida autonoma. Guida autonoma che, per altro, ha bisogno di una segnaletica stradale adeguata ed aggiornata, pariamo per esempio di cartelli stradali ben applicati e visibili, così come le strisce che delimitano corsie, carreggiata, attraversamenti pedonali e così via.
La sicurezza stradale prima di tutto
Le idee, le progressioni tecnologiche tutte, sono finalizzate a renderci la vita comoda e sicura. La strada viene utilizzata da tutti ed è corretto aumentarne la sicurezza di ogni utente, specialmente dei più deboli (ciclisti, pedoni ecc.).
Si deve quindi puntare anche ad una adeguata preparazione degli utenti stessi, sensibilizzando specialmente sul fattore sicurezza.