Un lettore di elettronauti mi ha chiesto se realmente una WallBox disperde la metà di un caricatore mobile, come ha letto in rete.
È probabile che altri abbiano letto lo stesso articolo e siano interessati ad approfondire, così rispondo in questa sede portando le mie conoscenze professionali.
Non concordo sul tagliare corto nelle risposte tecniche anche se, chi ha affermato ciò che il lettore ha segnalato, ha come fonte l’ADAC tedesco, che fa sempre un ottimo lavoro, ma si è espresso con troppa semplicità dichiarando che: “La dispersione di una WallBox è circa la metà”
Questa semplificazione ha poco senso, perché si paragonano due tipi di ricarica, quella Modo2 tramite Cordset o UMC (Universal Mobile Connector), chiamato da molti, impropriamente, trasformatore e la ricarica Modo3, per intenderci, la WallBox in generale.
La WallBox in sé, disperde poco o nulla in ragione della sua natura: è un sistema elettromeccanico che abilita o meno il passaggio di energia elettrica, controllandone il flusso ed altri parametri, come fa il caricatore mobile: non agisce sui parametri elettrici quali tensione e corrente, non li modifica, semplicemente fa ON e OFF mentre comunica con il caricatore di bordo dell’auto, è lui che fa questo lavoro.
All’interno di una Wallbox
Per farlo usa componenti elettromeccanici o elettronici di potenza, in base dunque alla sua architettura potrebbe avere delle dispersioni dovute a componenti e cablaggi, ma poca roba se paragonata all’enorme lavoro che deve fare il caricabatterie di bordo.
É il caricatore di bordo dell’auto a disperdere energia sotto forma di calore, perché il vero lavoro lo fa lui. Trasforma la corrente AC in corrente DC per la ricarica della batteria e nel frattempo regola la sua potenza di ricarica in base a quanto gli viene comunicato dal BMS, Battery Management System, il sistema deputato a gestire i flussi di energia della batteria, in carica e scarica e non solo.
Per sua natura determinata dalla qualità del progetto elettrico e dei componenti, il caricatore di bordo ha una curva di efficienza ideale nella quale lavorare e questo non è un dato disponibile sul libretto auto, nei comunicati stampa o nelle schede tecniche del veicolo, ma sulla scheda tecnica del caricatore…abbastanza difficile da avere
L’efficienza dunque è prevalentemente determinata dal caricatore di bordo e dal rapporto tra l’energia fornita in AC e quella che effettivamente arriva al pacco batterie ed ivi viene immagazzinata.
Come vediamo dalla scheda qui sopra, possiamo notare che l’efficienza per la ricarica in AC è tipicamente del 95%: “tipicamente” indica una media, ovvero il caricatore non sarà sempre così efficiente e probabilmente l’efficienza è direttamente proporzionale alla potenza di ricarica.
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Qui sotto vi lascio il link per scaricare un esempio di scheda tecnica
Qui invece vediamo la scheda tecnica di una stazione di ricarica a muro
Notiamo come tra i parametri non vi sia l’efficienza del sistema, proprio perché lo stesso non deve fare nulla se non aprire o chiudere un contatto dalla rete al caricatore di bordo dell’auto:
Ritengo sia chiaro che, all’aumentare della potenza di ricarica in AC, tipicamente aumenta anche l’efficienza di ricarica (ma non è detto, dipende dal caricatore). Per questo tecnicamente usiamo la parola “tipicamente” lo sa bene chi possiede una ZOE sebbene quest’auto incorpori un furbo sistema chiamato “Camaleonte” (Caméléon) che sfrutta anche gli avvolgimenti del motore ed abbia dunque quella che chiameremo semplicemente una sorta di “inerzia elettrica” tipica: a bassa potenza di ricarica la ZOE disperde parecchia energia, rendendo poco convenienti dal punto di vista economico le ricariche sotto ai 6kW.
Dunque una Wallbox modo3 è più efficiente di un caricatore Modo2?
No. L’efficienza in AC è determinata dal caricatore di bordo dell’auto e il CordSet Modo2 così come la WallBox NON agiscono sui parametri elettrici di tensione e corrente, è dunque sbagliato dire che uno è più efficiente dell’altro.
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