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    “Non un solo anno da perdere”: l’industria automobilistica sta spingendo il mondo ben oltre 1,5°C

    Un rapporto congiunto dei costruttori di veicoli elettrici Rivian e Polestar, commissionato alla società di consulenza internazionale Kearney, afferma che senza un’azione urgente per ridurre le emissioni dei trasporti, l’industria automobilistica globale non rispetterà la sua quota del carbonio, nel bilancio globale, che prevede di mantenere l’aumento della temperatura mondiale al di sotto degli 1,5°C.

    Il rapporto afferma che il bilancio del carbonio netto-zero dell’industria automobilistica globale entro il 2050 sarà completamente speso entro il 2035 ed in proiezione, sta per superare la sua allocazione del 75% entro il 2050, annullando gran parte del buon lavoro che viene svolto nel settore elettrico e altrove.

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    Il rapporto rileva che i veicoli passeggeri contribuiscono al 15% delle emissioni mondiali di gas ad effetto serra e pur prendendo atto delle misure adottate nell’ultimo decennio per decarbonizzare, principalmente con l’elettrificazione del parco circolante, se non si accelera rapidamente non si resterà in linea con l’obiettivo di 1,5°C.

    Per arrivarci, dice il rapporto Kearney, i veicoli elettrici devono rappresentare quasi il 100 per cento di tutte le vendite di auto nuove entro il 2032, la rete elettrica deve essere pari o vicina a zero emissioni entro il 2033 e la produzione di automobili e componenti deve ridurre le emissioni dell’81 per cento entro il 2032.

    Una sfida che abbiamo il dovere di vincere

    “Questo è un compito enorme”, dice il rapporto. “La portata della sfida non deve essere sottovalutata”.

    Polestar e Rivian, dicono che è importante capire che agire solo su uno o due fronti sarà insufficiente e ridurrebbe solo il superamento (vedi grafico sotto).

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    Dimostrazione leve da spostare | elettronauti It

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    L’azione collettiva delle case automobilistiche è necessaria su tutte e tre le leve, in parallelo, a livello mondiale, ma chiaramente non è così, in particolare con le più grandi case automobilistiche come Toyota che cercano di rallentare il passaggio ai veicoli elettrici, facendo pressioni sui governi di tutto il mondo contro le politiche che sostengono la transizione.

    Le aziende automobilistiche potrebbero essere su percorsi diversi quando si tratta di strategie aziendali, e alcune non ammetteranno nemmeno che la strada per il futuro è elettrica. Credo che la crisi climatica sia una responsabilità condivisa, e dobbiamo guardare oltre le emissioni del tubo di scarico. Questa relazione chiarisce l'importanza di agire ora e insieme. C'è un chiaro costo per il non intervento, ma c'è anche un'opportunità finanziaria per gli innovatori che trovano nuove risposte alle sfide che affrontiamo.
    Fredrika Klarén, responsabile della sostenibilità di Polestar

    Il rapporto Kearney esamina le emissioni della flotta di veicoli passeggeri prevista a livello mondiale fino al 2050 ed esplora le sfide monumentali che l’industria deve affrontare.

    Le tre “leve” che l’industria automobilistica deve tirare per centrare l’obbiettivo

    Il rapporto delinea le tre “leve” chiave che devono essere “tirate” collettivamente dall’industria, per accelerare la transizione e ridurre al minimo il rischio di catastrofe climatica. 

    La relazione rileva che tirare solo una o due delle tre leve comporterà un fallimento e che tutte e tre devono essere tirate per consentire all’industria automobilistica di adempiere al suo obbligo di mantenerci al di sotto di 1,5 gradi.

    • Leva 1: passare completamente ai BEV in tutta la flotta mondiale di auto.
    • Leva 2: alimentare completamente l’esclusiva flotta BEV con energia libera dai fossili.
    • Leva 3: realizzare progressi significativi nella produzione per renderla assolutamente sostenibile.

    La relazione rileva che in un settore altamente competitivo, sebbene la concorrenza sia sana, l’industria automobilistica dovrebbe ridefinire dove competere e dove invece collaborare per portare a termine il lavoro.

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    Grafico a torta emissioni endotermici | elettronauti It

    L’analisi del rapporto, che esamina l’intero ciclo di vita mostra che il consumo di carburante per le auto a benzina e diesel è di gran lunga il più grande contributo alle emissioni delle autovetture, arrivando al 61%.

    Anche il 20% delle emissioni attualmente proviene dal consumo di energia elettrica per produrre il carburante che alimenta le autovetture, il che significa, che il passaggio al 100% di energia rinnovabile ridurrebbe le emissioni di un ulteriore 20% a condizione che la flotta sia elettrica al 100%.

    Si possono anche ottenere guadagni significativi nella produzione di veicoli, che contribuisce al 16% di tutte le emissioni. Passare al 100% di energie rinnovabili e utilizzare “acciaio verde” e altri materiali a minore intensità di carbonio nel processo di produzione potrebbe dare un contributo significativo.


    Voi pensate che si riuscirà a convincere la case automobilistiche che anziché opporsi al passaggio all’elettrico, conviene coglierne le opportunità?

    Fonte

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    Gianfranco Franzoni
    Gianfranco Franzonihttps://electrictales.eu
    Sono un Dinosauro nel Mondo dell'Informatica ed Automotive che ha operato in Italia e negli Stati Uniti ed ora ritirato dalle attività lavorative dedica tutto il proprio tempo supportando la transazione alla mobilità elettrica ed a diffondere le informazioni corrette per salvare ll salvabile in un ambiente compromesso ma in parte recuperabile, iniziando dai comportamenti di ogni singola persona.

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