Spesso vi abbiamo portato anche noi le notizie di alcune “idee strampalate” dei costruttori di auto tradizionali. Questo articolo infatti non è rivolto a Voi lettori ma più che altro a tutte quelle case automobilistiche che sono indietro con lo sviluppo delle auto elettriche ma che il tempo e il denaro da perdere in progetti diciamo… discutibili… lo trovano eccome.
Ma produrre auto elettriche non sarebbe stato facilissimo?
Perchè ora che l’auto elettrica è finalmente sdoganata a livello mondiale, il problema non sono più le auto elettriche di per sé, ma la presunta difficoltà di progettazione o produzione a bassi costi.
Come se chi invece ce la stessa facendo fosse un alieno o che peggio ancora, che le tecnologie gli siano cadute dal cielo e non abbia speso anni, se non decenni, in ricerca e sviluppo.
Eppure, neanche un decennio fa, la maggior parte dei costruttori storici, tipo Stellantis, Toyota, Renault-Nissan, BMW e altri, dicevano che:
Essendo l'auto elettrica meno complessa di una a motore endotermico, sarebbe stato semplice per loro creare auto elettriche in poco tempo.
Eppure così non sembra visto che molte case automobilistiche sono in difficoltà sia con le vendite generali, ma soprattutto con la vendita di auto elettriche.
Un esempio lampante è Volkswagen. Il gruppo tedesco è forse il gruppo automobilistico che più ha investito nell’elettrificazione e nella produzione di veicoli elettrici. Tra riqualificazioni degli stabilimenti tedeschi destinati a produrre solo veicoli della linea elettrica iD. e l’apertura di Cariad, una software company incaricata della creazione del software che un giorno vedrà la luce sulle elettriche del marchio tedesco. Inutile dire che ad oggi Cariad è un bagno di sangue a livello economico, e che più volte ha rischiato la prematura chiusura.
Ma c’è di più. Sembrerebbe che viste le difficoltà di produzione delle semplicissime auto elettriche, molti costruttori si stiano sbizzarrendo o nel renderle più complesse o nell’aggiunta di funzioni che non servono veramente alla transizione elettrica.
Toyota aggiunge il cambio
Una di quelle invenzioni che il guidatore “odia” più al mondo è probabilmente il cambio. In ambito cittadino ormai si predilige auto con cambio automatico e spesso anche le utilitarie si sono dotate di questo costoso optional.
Al contrario, gli amanti della guida “osannano” il cambio come vera fonte di divertimento. Spesso viene quasi indicato come l’elemento che regala sportività ad un’auto. Cosa alquanto strana visto che chi corre ad alti livelli ha nel cambio un elemento di “disturbo” o un’altra possibile parte che può rompersi.
In Formula 1 ad esempio viene citato più il rombo dei motori come sinonimo di piacevolezza e di divertimento. Non di certo il cambio. In MotoGP al contrario ormai le moto possono inserire le marce anche senza usare la frizione, ad accezione della scalata.
Se passiamo alle auto elettriche, Volkswagen, in particolare con il sub-brand Porsche ha creato un cambio a due marce per la Taycan, che dovrebbe garantire le stesse performance anche ad alte velocità, ma con consumi elettrici minori. Ad oggi sono gli unici con una soluzione simile, anche perchè non sembra proprio il Sacro Graal.
Ecco che Toyota vuole andare oltre. Per assecondare i suoi appassionati del cambio manuale ha deciso di sviluppare un cambio manuale per auto elettriche. Avrebbero potuto dirottare quei fondi per avere un’auto come la bZ4X che nella sua versione più efficiente consuma 188 Wh/km a fronte di 204 CV di potenza e 1.970 kg di peso, rispetto ad una Tesla Model Y Performance che ha 534 CV e pesa 2.072 kg ma consuma 181 Wh/km. E invece hanno deciso fosse più urgente fare un cambio per un’auto elettrica…
Forse fatto da BMW?
E la cosa ancora più divertente è che anche BMW sembrerebbe anch’essa votata allo stesso obiettivo. Il che non sarebbe neanche tanto strano visto che spesso BMW e Toyota collaborano quando si parla di auto sportive. Ad esempio l’attuale Toyota Supra è cugina molto alla vicina della BMW Z4. Soprattutto per quanto riguarda il cambio, visto che lo fabbrica BMW. Non mi stupirei nemmeno del fatto che sia proprio lo stesso il cambio per auto elettriche su cui le due aziende stiano lavorando.
In particolare non si parla di un cambio manuale meccanico, ma bensì dell’aggiunta del pedale della frizione e di un box a 6 rapporti. I sensori nel veicolo ricevono gli input dalla leva del cambio e al resto ci pensa un software e il motore elettrico, che simulerà la cambiata. E non mancheranno i suoni artificiali che renderanno il tutto più realistico.
Della serie… chi ci avrebbe mai pensato…
E invece ci hanno già pensato in tanti. E la cosa ancora più particolare è che sistemi simili già esistono e funzionano. Sono sviluppati da aziende italiane che hanno investito il loro tempo per poter simulare diverse vetture con una solo auto elettrica, o addirittura diverse moto.
Emula
Stiamo parlando di Emula nel caso delle moto, azienda torinese che si occupa di produrre il software e l’hardware per la sua moto Emula One. La moto è dotata di sole componenti elettriche per la trazione, ma anche di sensori, di motorini di vibrazioni e piccoli speaker. Tramite il cervello dello moto e al potente software McFly (ogni riferimento al famoso Marty McFly penso non sia puramente casuale) che è capace di emulare diverse moto fino a 600 cc di cilindrata.
In base alla moto selezionata, questa moto elettrica è in grado di variare il comportamento del motore per simularla nella maniera più fedele possibile. A rendere il tutto più convincente ci pensano gli altri sensori. La moto è in grado di vibrare per simulare le vibrazioni del motore termico e gli speaker emettono i vari suoni di motore e cambio.
Ecco un esempio di come si comporta McFly con tre diverse cilindrate.
2electron
Anche nel caso della simulazione di altre auto termiche su auto elettriche ci pensa la stessa azienda torinese, ma con il nome di 2electron. Loro hanno solo sviluppato un kit di conversione da applicare a certe auto elettriche come la Model 3 Performance di Tesla. Per la spiegazione di come funziona McFly vi lascio al video con Matteo. Perchè sì, noi l’abbiamo provata!
Lucine e suoni
Tra le altre funzioni di cui non sentivamo la mancanza c’erano probabilmente i suoni artificiali e le grafiche del computer di bordo dell’auto.
Il motivo per cui uno compra un’auto elettrica è molto spesso anche l’assenza di suoni e vibrazioni. La tranquillità di poter viaggiare nel più assoluto silenzio. E poi c’è chi pensa che sia un’ottima idea creare decine di suoni che l’auto possa emettere nell’abitacolo.
BMW e Stellantis sviluppano un’abitacolo più appagante
Ad esempio c’è Mini che ha sviluppato dei suoni distintivi per la sua piccola Mini Cooper elettrica presto in produzione. Secondo il marchio inglese serve a rendere più appagante la guida. Sono inoltre disponibili diversi colori e stili per l’iconico quadro strumenti circolare.
Anche la nostrana Abarth ha fatto lo stesso. Per la 500e più sportiva si è pensato a tutto e di più. Quando si va al di sotto dei 20 km/h i passanti non sentiranno più i suoni AVAS (suono esterno obbligatorio) della 500e normale che consistevano nel brano La Dolce Vita, ma in una bella strimpellata di una chitarra elettrica. Inoltre il guidatore può farsi cullare dal suono del rombo del motore e dello scarico FIAT del modello originale. A questo hanno pensato. A rendere la versione elettrica (0-100 km/h in 7 sec.) più scattante di quella a benzina (0-100 km/k in 6,7 sec.) no però.
E intanto le due piccole citycar inglesi (157 Wh/km) e italiane (181 Wh/km) consumano ancora più di una Tesla Model 3 (137 Wh/km)…
Secondo voi queste sono funzioni utili o no in un’auto elettrica?
Mah, Toyota si sta prendendo il mercato, altro che. Non in Cina, forse, ma nel resto del mondo sì e…
Toyota è già partita e pure bene. Ha presentato modelli e idee interessanti, la sua FT-Se è in assoluto l’elettrica…
C’è una campagna d’odio contro Toyota. Non è Toyota a odiare le elettriche, è chi parla di elettrico che odia…
Toyota non è che sia contraria all’EV, Semplicemente ci vuole arrivare mantenendo i suoi standard di sicurezza, affidabilità e soddisfazione…
Ciao Marco, intanto grazie dello spunto di riflessione, in questo caso penso che la scelta di VW si sia basata…