Si parla sempre più degli “atti di guerra”, che gli ambientalisti di tutto il mondo stanno compiendo ai “danni” delle opere d’arte. Per anni la figura dell’ambientalista è stata quella dello sfigato che si metteva ad urlare cose strane in piazza per favorire un bene superiore, l’ambiente, a discapito delle multinazionali capitaliste che ti invogliano a comprare e quindi ad inquinare. Idrocarburi, benzina e plastica sono sempre stati il cruccio di questi disadattati. O almeno così è come venivano e vengono visti dalle “persone normali”.
L’ambientalista passa dal trafiletto nei giornali di paese alle prime pagine dei telegiornali
Come detto in apertura, nel corso degli scorsi anni l’ambientalista era sempre stato questa figura pacifica che manifestava sicuramente urlando in piazza, ma senza mai destare vera attenzione nell’opinione pubblica.
Ora invece, agli antipodi rispetto a quella figura, l’ambientalista lo si ritrova sulle prime pagine dei giornali, nei link dei notiziari sui canali Telegram e nei titoli dei telegiornali. Ha fatto scalpore la notizia di qualche mese fa in cui, un gruppo di ambientalisti estremisti, ha imbrattato un quadro di Van Gogh.
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Gesti estremi per un problema incombente
Greta non è stata sufficiente a quanto pare. Da più di 40 anni gli scienziati di tutto il mondo hanno iniziato ad avvertire nazioni, aziende e governi sui danni che l’inquinamento stava e avrebbe generato. E dai primi studi sull’inquinamento, questi signori sono stati tranquillamente ignorati. Le motivazioni erano le più varie e disparate.
Dal fatto che tanto c’era tempo. Tempo che evidentemente abbiamo esaurito.
Oppure si pensava che queste persone, pagate dalla scienza, fossero in malafede. E che volessero in qualche modo ostacolare il processo di espansione delle varie aziende petrolifere.
Per ultimo, si è sempre cercato di mettere in discussione la scienza stessa, gli scienziati e le loro ricerche, utilizzando contro-ricerche sovvenzionate dalle varie multinazionali di turno per dimostrare che gli scienziati di tutto il mondo avevano torto.
Negli ultimi 5 e passa anni era salita alla ribalta Greta Thunberg, una ragazzina dall’estremo nord dell’Europa, che era riuscita nell’impresa in cui gli scienziati avevano fallito. Ovvero farsi ascoltare dalle masse e dai governi. Da allora si organizzano i vari Fridays For Future, le manifestazioni, più che altro di ragazzi, che si svolgono in tutto il mondo.
Evidentemente anche la “bolla” di Greta si è sgonfiata con il tempo.
Gesti estremi che non danneggiano veramente nessuno
E sempre al tempo torniamo. L’ambientalista di nuova generazione ha compreso, che il dialogo non ha portato da nessuna parte purtroppo. Per questo si è deciso di agire in maniera più esemplare.
Le urla nelle piazze hanno fallito. Le Convention e le parole spese per i buoni propositi hanno evidentemente fallito. I governi hanno sicuramente fallito nel capire che il problema ora va affrontato di petto e non c’è più tempo. L’unica differenza rispetto a 40 anni fa è che l’opinione pubblica è più suscettibile al tema dell’inquinamento ambientale. Molte più persone sposano la causa. Quindi l’ultimo tentativo è quello di creare veramente scompiglio.
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Sono così iniziate le rappresaglie nei musei o nei monumenti all’aperto. Di recente in Italia si è parlato degli ambientalisti che hanno usato un liquido a base di carbone vegetale per colorare di nero le due fontane di Piazza Cln e dell’imbrattamento delle mura di Palazzo Madama (Senato) che ha portato a tre arresti.
Alla base del gesto, la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, ed il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità.
In una nota, gli attivisti rivendicano il blitz.
Quest’ultimo gesto è stato ad ora l’unico che ha creato un vero danno ad un monumento, l’edificio in questo caso. Normalmente, TUTTI gli altri casi hanno riguardato un falso danneggiamento delle opere d’arte in questione.
Nessun Van Gogh o altro quadro è stato danneggiato. Ed il senso di tutto ciò, oltre a finire in prima pagina, era proprio il fatto che NOI proteggiamo il patrimonio culturale ed artistico ma non il Pianeta che ci ospita. I giornali mainstream ci hanno fatto crede il contrario invece. Come se fossero state danneggiate realmente queste opere d’arte…
Pro e contro
Sicuramente ciò che salta all’occhio è il fatto che tutte queste “imprese” facciano notizia. Quindi ne parlano sia i telegiornali nazionali che le persone agli aperitivi dei bar di paese.
Questo crea una grande cassa di risonanza sul movimento ambientalista. Di conseguenza le opinioni si dividono tra chi è favorevole e chi non lo è.
Tra i pro abbiamo chi pensa che il bene comune, l’ambiente in questo caso, debba essere posto sopra ad ogni cosa, e ad ogni costo. Dato che è più il fine, che i mezzi, che si è deciso di utilizzare.
All’opposto, c’è chi condanna questi ambientalisti estremisti. Questo perché sicuramente le loro imprese non li pongono di buon occhio di fronte a chi non ha voglia di informarsi meglio sull’accaduto. Rimanendo in superficialità infatti sembra che queste persone, prese da un raptus di follia improvvisa, si cimentino in queste opere di distruzione nei confronti delle opere d’arte, come ha fatto l’ISIS negli ultimi tempi con dei monumenti. Con la “piccola” differenza che, come detto precedentemente, in genere, non viene mai compromesso nulla.