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    TG2 Post – Auto elettrica e suoi limiti – Tra disinformazione e retorica

    Nel fine settimana è andata in onda su TG2 Post, la puntata intitolata “La sfida verde per casa e auto” e i vari argomenti di cui si è parlato c’è stata anche l’auto elettrica ed i suoi limiti. I giornalisti ed esperti, invitati in trasmissione, hanno sparato qualche informazione decisamente sbagliata ed espresso concetti retorici disinformati.

    Matteo Valenza ha realizzato un video in cui analizza quanto è stato detto ed evidenzia gli errori e la carenza di corrette informazioni che hanno caratterizzato la puntata, senza tralasciare il tragicomico servizio esterno. Per chi ancora non ha visto il video, lo inseriamo di seguito.

    Seguendo l’elaborato di Matteo, puntualizziamo in queste righe, gli argomenti trattati nella trasmissione del TG2.

    Costo Elettriche – Chi se le può permettere

    Roberto Sommella, direttore di Milano Finanza, a 7 minuti e 56 da inizio trasmissione,   asserisce che una utilitaria elettrica rispetto ad una a combustione costa il doppio, prima affermazione disinformata, visto che sulla base dei dati dell’autorevole rivista Quattroruote, una Fiat Panda base, costa di listino 16.300 Euro, mentre una Dacia Spring elettrica, sicuramente confrontabile come utilitaria, ad una Panda, costa 21.450 Euro, quindi prima affermazione sbagliata visto che se costasse il doppio il prezzo sarebbe approssimativamente di 32.600 Euro

    ⚡️ Leggi anche: Dacia Spring – L’elettrica ringiovanita

    Tg2 post - auto elettrica e suoi limiti- tra disinformazione e retorica | elettronauti. It
    Roberto sommella | elettronauti It

    Chi se la può permettere? Dati italiani alla mano…

    Il Sig. Sommella si pone una domanda, chi se la può permettere? Essendo esperto di Finanza, dovrebbe conoscere le statistiche che riportano i dati relativi alla famiglia italiana tipo, al momento di  acquistare un’auto nuova. I dati indicano che il budget mediamente disponibile è di 22.800 Euro, nel quale rientrano solo due modelli elettrici, ma tralasciando gli incentivi, che ancora sono presenti e disponibili.

    Aggiungendo gli ecoincentivi, pari a circa 5.000 Euro e rottamando una vecchia auto Euro 4, si possono raggiungere i 28.000 euro ed avere quindi accesso al diverse altre vetture elettriche con autonomie più interessanti, rispetto alle cittadine, con un’autonomia media di 300 km, non pochi se ci basiamo sulla raccolta dati italiana, da più parti riportata e ribadita. La media di percorrenza giornaliera di un’auto è pari a 43 chilometri, percorsi in 1 ora e 27 minuti, con una velocità media di soli 30 chilometri, una andatura in cui le elettriche consumano pochissimo.

    ⚡️ Leggi anche: Ecoincentivi – 7.500€ per ISEE sotto i 30.000!

    Il Sig. Sommella non ha finito qui, asserendo che Fiat, la più grande produttore di autoveicoli in Italia, non riesce, al momento, a soddisfare la domanda di auto elettriche economiche. Questa affermazione è vera, ma probabilmente Fiat potrebbe farlo, anche se preferisce fabbricare una 500 elettrica, cittadina pura, partendo con un prezzo di 27.300 Euro che equivale esattamente a ciò che gli italiani in media riescono a spendere utilizzando l’incentivo statale. Curioso, non credete anche voi?

    Energia e Colonnine mancanti

    Il conduttore del programma, a seguire, introduce il docente Sandro Simoncini, il quale sostiene che l’energia, velatamente riferendosi a quella destinata alle auto elettriche, viene prodotta da fonti non rinnovabili e le colonnine di ricarica mancano in strada.

    Tg2 post - auto elettrica e suoi limiti- tra disinformazione e retorica | elettronauti. It
    Sandro simoncini | elettronauti It

    Disinformazione pura, tenuto conto che al momento le fonti rinnovabili nazionali ricoprono il 44,8% della produzione totale, quindi 45 chilometri su 100 vengono percorsi da un’auto elettrica ad emissioni zero. Utilizzando un gestore che garantisce di produrre esclusivamente da fonte rinnovabile, i 100 chilometri saranno tutti ad emissioni zero.

    Volendo dare credito, senza motivazioni per contestarli, i fornitori delle stazioni di ricarica elettriche, garantiscono che l’energia utilizzata per alimentarle è al 100% “verde”, quindi proveniente da fonti sostenibili.

    Il problema non è il numero delle colonnine di ricarica ma…

    Secondo l’European Alternative Fuel Observatory (EAFO) attualmente in Italia sono presenti circa 30.250 colonnine per auto elettriche. Quello che a noi deve interessare non è il dato in se, ma è importante conoscere quante sono le vetture che vengono caricate contemporaneamente.

    Effettuando un calcolo sulla base dei dati dichiarati, percorrendo 300 chilometri e dividendoli per 43 chilometri, percorsi in media dagli italiani al giorno, scopriamo che una carica al 100% durerà per 7 giorni, ma per chi ha un box od una postazione privata è sicuramente meglio una ricarica del 14% ogni notte, lasciando le colonnine pubbliche disponibili per chi non avendo possibilità di ricarica privata, deve ricaricare una volta a settimana.

    …come e dove sono disposte

    Altra affermazione totalmente disinformata è che, non sono presenti colonnine in strada. Quindi dovrebbe essere presente una colonnina per ogni auto elettrica? A quanto ci risulta esiste una pompa di carburante ogni 1.755 auto, mentre ad oggi, abbiamo 1 colonnina pubblica ogni 8 auto elettriche.

    Importante anche rilevare che attualmente in Italia sono presenti più di 1.000 stazioni HPC (High Power Charger o Colonnine ad Alta Potenza) attive, che consentono di caricare 100 km di autonomia in soli 5 minuti e volendo estendere le modalità di utilizzo al valore massimo, l’80% degli italiani non percorre più di 80 km al giorno.

    ⚡️ Leggi anche: Quante colonnine ci sono ogni 100 km?

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    Conduttore | elettronauti It

    Immatricolazioni in calo – Gli italiani non si fidano dell’auto elettrica

    Il programma all’undicesimo minuto di trasmissione, vede il conduttore asserire che si è verificato un calo delle immatricolazione relativo alle auto elettriche e pone una domanda: sarà perché gli italiani non si fidano della nuova tecnologia oppure perchè non hanno abbastanza soldi?

    Da un sondaggio molto più esteso du quello effettuato in questa trasmissione, di cui riferiremo tra poche righe, risulta che 3 italiani su 4, sono disposti a passare ad un’auto elettrica.

    ⚡️ Leggi anche: Immatricolazione auto. Com’è la situazione?

    Il calo delle immatricolazioni è dovuto prima di tutto dalla difficoltà di reperimento dei componenti ad alta tecnologia, come microchip, ma sappiamo che nell’ultimo anno, questa carenza ha colpito tutti i settori, senza parlare dell’inflazione, della guerra in corso e del lungo periodo di pandemia che sommati ad una sbagliata attribuzione dei contributi statali, ha generato il problema.

    E’ importante ricordare che nell’anno appena trascorso, era più conveniente acquistare una vettura ibrida, piuttosto che un’elettrica, anche se quest’ultima sarebbe stata la prima scelta e ciò è stato dovuto all’incentivazione economica riservata dall’Italia alle termiche ed ibride, che le ha rese più appetibili.

    Milano – Roma con l’auto elettrica

    La parola viene data a Marco Marelli, giornalista incaricato di fare un viaggio in auto elettrica da Milano a Roma, senza specificare con quale auto ed in quali condizioni.

    Tg2 post - auto elettrica e suoi limiti- tra disinformazione e retorica | elettronauti. It
    Marco marelli | elettronauti It

    Il giornalista ha raccontato di un viaggio molto comodo, ma con due soste a Modena e Firenze con una durata da 30 a 60 minuti per ogni fermata. Per percorrere i 570 chilometri circa, che separano le due metropoli, ha impiegato 7 ore.

    Continuando il resoconto ha affermato che le auto elettriche devono necessariamente andare piano e che per arrivare a destinazione ha dovuto spegnere per un’intera ora, il riscaldamento, altrimenti non sarebbe arrivato.

    ⚡️ Leggi anche: Riscaldamento in inverno, come vanno le elettriche?

    Oltre a non aver riferito il modello di auto e le condizioni del traffico, non ha specificato neppure che percorso ha scelto e neppure presso quali colonnine si è fermato a ricaricare, sappiamo solo che ha fatto due soste e che a Firenze ha avuto qualche problema, senza però specificare quale.

    Si può viaggiare in elettrico tranquillamente anche senza un Tesla

    Se consideriamo l’autonomia di un’auto che mediamente gli italiani possono permettersi, utilizzando gli incentivi statali, come già vi abbiamo riferito ampiamente, una delle più efficienti è la MG4 che secondo il calcolatore dell’applicazione ABRB, ossia A Better Route Planner, il viaggio da Milano a Roma durerebbe 6 ore e 20 minuti di cui 1 ora e 25 minuti di ricariche suddivise in tre soste.

    ⚡️ Leggi anche:  MG4 – L’elettrica cinese creata per la conversione di massa

    Se desideriamo la comodità dell’auto per fermarci quanto ci pare, oppure perché siamo obbligati a trasportare molti bagagli, anche una volta arrivati a destinazione, non pare che il tempo di percorrenza con l’auto elettrica sia eccessivo, tenuto conto che se viaggiassimo con Treno ad alta velocità impiegheremmo circa 3 ore, senza considerare i tempi di percorrenza da e per le stazioni, che in città come Milano e Roma non sarebbero inferiori ad un ora. Due ore se la stazione non è vicina ai punti di partenza e di arrivo.

    Il calcolo effettuato con ABRB, tiene conto del tipo di vettura con la quale si viaggia ed include i tratti autostradali in cui è possibile raggiungere i 130 km/h. Inserendo l’utilizzo con aria condizionata sempre attiva, il risultato finale non subisce variazioni di rilievo ed in ogni caso, 5 minuti o 10 minuti in più in una delle 3 colonnine, risolverebbero eventuali problemi d’ansia.

    Le colonnine in Autogrill e i veri costi di ricarica

    Con l’espansione autostradale delle colonnine FreeToX, utilizzabili con l’applicazione di BeCharge, non è necessario ricercare i punti di ricarica, che vengono mostrati sul navigatore. Il costo sarebbe prossimo ai 33 contesimi per kWh.

    Volendo quindi raffrontare anche il costo dei consumi, utilizzeremmo circa 140 kWh, spendendo in totale circa 46 Euro, mentre basandoci sui calcoli effettuati con GoogleMaps, se si utilizzasse una Fiat Panda, nel percorso autostradale consumeremmo 12 litri di benzina ogni 100 km, quindi 71 litri in totale che all’odierno costo corrispondono a 133 Euro. Una spesa quasi triplicata!

    Tra satira e sondaggi

    Ritorniamo alla puntata di TG2 Post. Dopo circa 12 minuti e 30 dall’inizio, parte un servizio del giornalista Alessandro Poggi, da leggere sicuramente come satirico, visto che sia sulle auto elettriche che sull’applicazione del cappotto agli edifici, le persone intervistate sono anziani al mercato, che hanno il problema di comprendere che cosa gli viene chiesto. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale dei film di Paolo Villaggio, alias Ugo Fantozzi ed in relazione alle domande sull’auto elettrica, la base utilizzata è stata quella dei Flintstones, il cartone in cui i simpatici cavernicoli utilizzano i piedi per spingere le loro auto. Le immagini sono frammezzate da riprese di pecore al pascolo, che può essere interpretato, come satira fine, ovvero che le risposte date dagli intervistati, seguono la logica di comportamento di un gregge.

    Tg2 post - auto elettrica e suoi limiti- tra disinformazione e retorica | elettronauti. It
    Interviste al mercato | elettronauti It
    Tg2 post - auto elettrica e suoi limiti- tra disinformazione e retorica | elettronauti. It
    Gregge | elettronauti It | elettronauti It

    Qualche informazione corretta, ma…

    Dopo 20 minuti e 20 circa un’argomentazione del giornalista Marco Marelli si rivela non totalmente sbagliata, perché pone l’accento sulla produzione inquinante delle auto elettriche che deve tener conto della catena produttiva. Purtroppo le argomentazioni vengono esposte sempre senza dati o riferimenti riscontrabili.

    Fase 1- Costruzione dell’auto elettrica

    Noi siamo d’accordo, come non esserlo, che costruire un’auto elettrica non è ad emissione zero, ma consideriamo i luoghi di produzione, limitati ad un’area geografica specifica che può essere facilmente monitorata e dove si può intervenire alla soppressione dell’inquinamento concentrato, con facilità, basta volerlo ed è dimostrato che molte aziende dell’automotive stanno preoccupandosi sempre più dell’impatto ambientale delle loro fabbriche, piantano alberi, installano filtri, monitorano l’aria costantemente ed hanno come obiettivo primario il raggiungimento della Neutralità Carbonica.

    ⚡️ Leggi anche: Solo le batterie delle auto elettriche inquinano

    Molto diverso l’inquinamento diffuso nelle città ed anche sulle principali direttrici stradali, dove è praticamente impossibile effettuare abbattimenti, per la quantità di variabili che passano dalla coscienza individuale nella manutenzione dei veicoli, ai modi di guida, alle condizioni del traffico.

    Fase 2- Utilizzo di un’auto elettrica

    É indubbio che la produzione di un’auto elettrica è più inquinante di quello di una termica, tenendo conto anche dell’estrazione dei minerali e della lavorazione chimica delle batterie, ma in base a studi certificati, una volta raggiunti i 40.000 chilometri di percorrenza, la curva di inquinamento si avvicina allo zero, restando solo limitata all’usura dei pneumatici e dei freni, per altro utilizzati pochissimo, grazie alla frenatura operata del motore elettrico nel recupero di energia.

    Esempi a casaccio e frasi fatte

    Nel programma si è parlato anche di peso delle vetture elettriche e si è fatto un confronto tra una Panda ed un PickUp Ford F-150, un paragone assurdo paragonare una utilitaria ad un veicolo con motore 6V da 450 CV che pesa 2.6 tonnellate.

    In base ad uno studio fatto da Felipe Munoz, giornalista di Motor 1, il peso medio delle auto in Italia è pari a 1.600 kg.

    Ultima affermazione senza conoscenze espressa a dimostrazione della validità degli intermezzi citati, nel servizio esterno, quella che l’auto elettrica è solo un fattore di transizione verso la vettura ad idrogeno.

    Chiunque si sia minimamente documentato, saprebbe che per produrre un chilogrammo di idrogeno verde, servono 64 kWh di energia e che con questo chilogrammo di idrogeno, ad oggi si percorrono circa 100 km a bassa velocità, con una vettura come la Hyundai Nexo, che costa approssimativamente 75.000 Euro.

    Sempre riferendoci ad una MG4 che abbiamo visto molto efficiente in relazione al costo d’acquisto, con 64 kWh di energia, possiamo percorrere una media dai 300 fino ai 500 km.

    A fine trasmissione gli intervenuti si interrogano sulla circolarità, affermando che non si può andare avanti se il modello economico resta lineare, quindi occorre un’economia circolare.

    A questo punto siamo al culmine della disinformazione, perché l’auto elettrica nasce esattamente da un modello economico circolare, ad esempio la vettura Enyaq prodotta da Skoda, nel 2022 ha vinto il premio come auto più riciclabile.

    Non tutti la pensano come TG2 Post

    Fortunatamente esistono, anche all’interno della redazione del TG2, specialisti dell’automotive che hanno ben chiara l’evoluzione necessaria per il futuro, ma nessuno è stato invitato ad intervenire in TG2 Post.

    Tg2 post - auto elettrica e suoi limiti- tra disinformazione e retorica | elettronauti. It
    Maria leitner tg2 motori | elettronauti It

    Nella puntata di TG2 Motori, successiva al servizio di TG2 Post, la coordinatrice della trasmissione Maria Leitner, prima di presentare la Volvo Polestar 2. Ha dichiarato “Vedremo che cosa ci riserva il futuro della mobilità. Ormai, nonostante qualcuno possa storcere il naso, si va verso l’elettrificazione e nascono anche Brand nuovi…” dichiarazione ben chiara di come la pensano gli addetti ai lavoro, che il mondo dell’Automotive lo conoscono bene in tutti i suoi aspetti.


    Fateci sapere qual’è il vostro pensiero.

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    Gianfranco Franzoni
    Gianfranco Franzonihttp://myelectrictales.eu
    Sono un Dinosauro nel Mondo dell'Informatica ed Automotive che ha operato in Italia e negli Stati Uniti ed ora ritirato dalle attività lavorative dedica tutto il proprio tempo supportando la transazione alla mobilità elettrica ed a diffondere le informazioni corrette per salvare ll salvabile in un ambiente compromesso ma in parte recuperabile, iniziando dai comportamenti di ogni singola persona.

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