La decisione di General Motors di abbandonare Android Auto e CarPlay a favore di Android Automotive ha già scatenato una grande controversia nel mondo automobilistico. La decisione di General Motors sembra ormai certa e senza ritorno. Nonostante le ambizioni della casa automobilistica agire il più velocemente possibile, il piano dovrà senza dubbio affrontare più ostacoli e l’opposizione di moltissimi clienti, prima di essere ampiamente adottato nell’intera gamma di veicoli elettrici.
Mike Abbott, un ex dipendente Apple che ha lasciato il produttore di iPhone all’inizio di quest’anno, ha deciso di unirsi a General Motors ed aiutare l’azienda ad abbandonare CarPlay.
Abbott è stato a capo del software iCloud per cinque anni prima di lasciare l’azienda a marzo, entrerà a far parte di General Motors come vicepresidente esecutivo del software.
La casa automobilistica americana ha spiegato che Abbott, guiderà un team il cui obiettivo sarà “lo sviluppo di tecnologie e soluzioni software per veicoli e aziende”, contribuendo anche alla strategia software dell’azienda, sarà anche coinvolto nella fornitura di servizi e funzionalità digitali ai clienti al dettaglio e commerciali.
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Senza dubbio, un ex dipendente Apple che apre la strada a un futuro senza Apple è piuttosto insolito, soprattutto considerando che il sostituto di General Motors è di proprietà Google.
Android Automotive
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L’inizio della transizione
A partire dal 2024, GM inizierà la transizione graduale ad Android Automotive. Il sistema operativo per auto di Google non richiede un telefono cellulare per funzionare ed è installato a livello hardware in ogni veicolo. Grazie alla profonda integrazione dei servizi Google, Android Automotive offre funzionalità avanzate, come il supporto dei comandi vocali per la regolazione del climatizzatore, mentre Google Maps può aggiungere automaticamente soste per la ricarica ad un percorso quando il livello della batteria scende al di sotto di una determinata soglia.
Sia i critici che i clienti vedono la strategia di GM come un passo importante verso un modello basato su abbonamento che alla fine trasformerebbe il sistema di infotainment in una macchina per fare soldi. I dirigenti di GM hanno già difeso questo piano in diverse occasioni, ma Nick Festa, direttore del business digitale presso la casa automobilistica americana, ha recentemente ammesso che alla fine un sistema di infotainment basato su Android Automotive potrebbe contribuire a generare entrate.
Ciò non accadrà a breve termine, promette la società, poiché Android Automotive sarà disponibile gratuitamente per otto anni dopo l’acquisto del veicolo. La transizione verso un mondo senza CarPlay inizierà il prossimo anno e poi si estenderà gradualmente a tutti i veicoli elettrici della gamma GM.
L’azienda afferma che solo i veicoli elettrici passeranno ad Android Automotive, mentre i modelli ICE rimarranno con Android Auto e CarPlay ancora per un po’. Tuttavia, la strategia a lungo termine di GM include una transizione completa da ICE a modelli a emissioni zero entro il 2035, quindi prima o poi tutti i veicoli abbandonerebbero il supporto per la proiezione di telefoni cellulari.
Voi cosa ne pensate della scelta GM, mentre molti clienti Tesla chiedono che CarPlay venga reso disponibile anche per loro?
Ci penserò 😉
No Federico, mi spiace, quello di Toyota è un vizio occulto, così come il richiamo delle batterie di Hyundai Kona…
Ciao Marco ci fa piacere apprendere ulteriori dettagli il giorno dopo della pubblicazione dell’articolo. Se vuoi aiutarci a riportare notizie…
Ciao Marco, se VinFast fa pena per un problema del genere a Toyota cosa avrebbero dovuto fare per aver messo…
In verità queste sono norme applicate anche in Europa. La velocità massima è limitata tra i 20 e i 25…