Si possono veramente risparmiare 3.500 euro in un solo anno con un impianto fotovoltaico da 6 kW?
Si parla spesso di fotovoltaico come sistema utile per ridurre le emissioni di CO₂ dovute alla produzione di energia elettrica, ma il fotovoltaico è anche un ottimo sistema per ridurre il costo della bolletta della propria casa.
Probabilmente avrai già sentito questa frase: “Esistono solo due certezze nella vita: una è la morte, l’altra sono le tasse”.
Le bollette, come le tasse, ci saranno sempre, fortunatamente abbiamo diversi strumenti per limitarle.
Quanto si può risparmiare con un impianto fotovoltaico domestico?
Analizziamo il caso di impianto fotovoltaico con scambio sul posto, senza batterie d’accumulo.
Quanta energia produce un impianto fotovoltaico?
Innanzitutto è importante determinare quali sono i consumi annui dell’abitazione, in modo da poter scegliere un impianto fotovoltaico della potenza più adeguata.
Si possono conoscere i propri consumi annuali di energia elettrica leggendo la bolletta oppure accedendo con SPID a Il portale consumi di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente).
Per stimare quanta energia produrrà ogni anno un impianto fotovoltaico, uno degli strumenti più utili è il sito realizzato dall’Unione Europea: PVGIS.
Basterà inserire la località, la potenza dell’impianto fotovoltaico, l’inclinazione e l’orientamento per avere immediatamente una stima della produzione annua dell’impianto.
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Per ARERA la famiglia italiana tipo consuma ogni anno 2700 kWh di energia elettrica e 1400 smc (metro cubo standard) di gas metano.
Ad esempio un impianto fotovoltaico da 3 kW installato a Roma può produrre fino a 4400 kWh l’anno.
Normalmente si consiglia di installare un impianto fotovoltaico in grado di produrre annualmente circa la stessa quantità di energia consumata dall’abitazione.
In questo momento, visti gli eccezionali aumenti dei prezzi dell’energia elettrica, anche un impianto fotovoltaico leggermente sovradimensionato può essere un buon investimento.
Si può valutare l’installazione di un impianto fotovoltaico sovradimensionato anche in previsione di futuri aumenti dei consumi, ad esempio in seguito alla sostituzione della caldaia a metano con un più efficiente sistema di riscaldamento a pompa di calore, l’acquisto di fornelli ad induzione o di un’auto elettrica.
Come si stima il risparmio annuo di un’impianto fotovoltaico?
Il risparmio è costituito principalmente da due componenti: l’Autoconsumo ed i rimborsi del GSE (Gestore dei servizi energetici).
L’autoconsumo è di facile comprensione: l’energia consumata di giorno, direttamente dall’impianto, non transita sulla rete elettrica nazionale, pertanto è completamente gratuita.
Il risparmio dovuto all’autoconsumo è quindi uguale al prodotto tra l’energia autoconsumata, misurata in kWh e il prezzo dell’energia elettrica in bolletta espresso in €/kWh.
La quantità di energia autoconsumata dipende dalle proprie abitudini, ma anche dalla grandezza dell’impianto in relazione ai consumi e dall’eventuale presenza di una batteria d’accumulo.
Tipicamente, in assenza di batterie d’accumulo, circa il 30% dell’energia prodotta viene autoconsumata.
Il calcolo del rimborso per scambio sul posto è più complesso, dipende da quanta energia è stata immessa e prelevata dalla rete e dal prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica.
Lo scambio sul posto è una componente fondamentale del risparmio.
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Come funziona lo scambio sul posto?
Grazie allo Scambio Sul Posto ogni anno il GSE invierà un bonifico in base a quanta energia è stata immessa e prelevata dalla rete.
Il meccanismo dello scambio sul posto è piuttosto complesso, sarà pertanto descritto in modo semplificato.
Viene descritto dettagliatamente in questo documento: Regole Tecniche scambio sul posto.
Si possono distinguere due casi:
- Un impianto fotovoltaico che a livello annuale produce meno energia di quanta ne viene consumata dalla casa (quindi i prelievi superano le immissioni);
- Un impianto sovradimensionato con una produzione annuale superiore ai consumi della casa (immissioni superiori ai prelievi). In questo caso sarà presente dell’eccedenza.
Si può definire energia scambiata il valore più piccolo tra l’energia immessa e prelevata.
Nel primo caso l’energia scambiata è pari all’energia immessa, nel secondo caso è uguale all’energia prelevata.
Sull’energia scambiata il GSE riconosce un rimborso definito Contributo in conto scambio, CS, circa uguale al prezzo di mercato dell’energia (PUN / Prezzo Zonale), inoltre viene rimborsata anche una componente definita CUsf (corrispettivo unitario di scambio forfetario), cioè circa la quota trasporto e gli oneri di sistema.
Il CUsf è mediamente uguale a 0,06 €/kWh, nel 2022 probabilmente questo valore sarà più vicino a 0,02 €/kWh a causa dell’assenza degli oneri.
Praticamente il GSE rimborsa il costo della “materia energia”, la quota trasporto e gli oneri per tutta l’energia scambiata.
Il contributo in conto scambio non è tassato e non costituisce reddito.
Quando il valore dell’energia immessa (CEI) supera il valore dell’energia prelevata (OE) la differenza viene definita eccedenza.
Si può scegliere se liquidare l’eccedenza, quindi ricevere un pagamento via bonifico o se riportare a credito l’eccedenza per gli anni successivi.
Nel caso si scelga di liquidare l’eccedenza questa costituirà reddito e sarà dunque tassabile, pertanto la convenienza della liquidazione è da valutare.
Ricapitolando il Contributo in conto scambio è uguale a:
CS = min[OE ; CEI] + CUsf * ES
Dove OE è il valore dell’energia prelevata, è uguale al prodotto tra l’energia prelevata e il prezzo unico nazionale, PUN:
OE=∑m∑fi[Epr,m;(fi)*PUNm;(fi)]
Non lasciatevi spaventare dai simboli di sommatoria, indicano semplicemente che il calcolo viene ripetuto per ogni mese e per ogni fascia oraria.
CEI è il valore dell’energia immessa, è uguale al prodotto tra energia immessa maggiorata del 5,2% e il prezzo zonale.
CEI = ∑m [EI,h * PZ MGP,h]
Qual è e quale sarà il prezzo dell’energia elettrica?
Viviamo, purtroppo, in un momento di crisi energetica, i prezzi del gas e dell’energia elettrica hanno stracciato tutti i record. In questo periodo non è semplice indicare un valore univoco.
Fino al 2019 siamo stati abituati a prezzi in bolletta di circa 0,18 €/kWh tutto incluso.
Di questi 0,18 €/kWh circa 0,06 €/kWh erano la componente energia o componente materia prima, quest’ultima può essere approssimata al PUN.
Attualmente qual è il valore del PUN?
Si può leggere il valore più aggiornato del PUN sul sito del GME.
Ad Agosto 2022 il PUN medio è stato di ben 0,54 €/kWh.
Inoltre sul sito del GME e sul sito di EEX è possibile trovare i valori dei Futures dell’energia elettrica.
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Risparmio annuale
Ipotizziamo un impianto da 3 kW che annualmente produce 4200 kWh (es. centro Italia).
Diciamo che la casa su cui è installato questo impianto abbia consumato nel corso dell’anno 4500 kWh, di cui 1400 kWh in autoconsumo e i restanti 3100 kWh prelevati dalla rete.
Avendo autoconsumato 1400 kWh dei 4200 kWh prodotti, le immissioni saranno state 2800 kWh.
L’energia scambiata (minimo tra prelievi e immissioni) sarà quindi 2800 kWh.
Con i prezzi del 2019 avremo quindi un risparmio in autoconsumo uguale a:
1400 kWh * 0,18 €/kWh = €252
Il rimborso per scambio sul posto del GSE sarà uguale a:
2800 kWh * 0,12 €/kWh = €336
0,12 €/kWh è circa la somma del PUN di 0,06 €/kWh con il CUsf di 0,06 €/kWh.
Il risparmio totale con i prezzi del 2019 sarà quindi €552 (sono stati già sottratti i €36 di commissione annua del GSE).
Ripetiamo i calcoli con i prezzi del 2022, ipotizziamo che il PUN medio sia di 0,40 €/kWh, mentre il prezzo medio in bolletta tutto incluso sia di 0,50 €/kWh, coefficiente CUsf di 0,02 €/kWh.
Il risparmio in autoconsumo sarà quindi:
1400 kWh * 0,50 €/kWh = €700
Il rimborso per scambio sul posto del GSE sarà uguale a:
2800 kWh * 0,42 €/kWh = €1120
Risparmio totale = €1784
Con un impianto da 6 kW potremmo quindi risparmiare €3600 nel corso del 2022 (ipotizzando consumi di energia doppi).
Vediamo il caso di un impianto con eccedenza
Immaginiamo un impianto fotovoltaico che produce annualmente 9000 kWh, con i consumi della casa di 7500 kWh l’anno di cui 3000 kWh in autoconsumo.
Avremo quindi dei prelievi dalla rete di 4500 kWh (consumi totali – autoconsumo) e delle immissioni di 6000 kWh (produzione totale – autoconsumo).
Le immissioni quindi superano i prelievi di 1500 kWh.
L’energia scambiata è 4500 kWh.
Con i prezzi del 2019 il risparmio dovuto all’autoconsumo sarà di:
3000 kWh * 0,18 €/kWh = €540
Il rimborso per scambio sul posto del GSE sarà uguale a:
4500 kWh * 0,12 €/kWh = €540
Inoltre avremo un’eccedenza di:
1500 kWh * 0,06 €/kWh = €90
Risparmio Totale = €1134
Sottraendo sempre i €36 di commissione annua del GSE.
Nel caso si scelga di liquidare le eccedenze i €90 costituiranno reddito e saranno tassati, invece il contributo in conto scambio non è tassato.
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Note sull’impianto fotovoltaico
Per semplificare la trattazione nel calcolo dei risparmi è stata volutamente ignorata la differenza tra PUN e prezzo zonale. Il valore dell’ OE è calcolato in base al PUN, il CEI è uguale alle immissioni, maggiorate del 5,2% moltiplicate per il prezzo zonale.
In questo modo si commette un errore del 1 – 2%.
I conteggi sul valore dell’autoconsumo, dell’ OE e del CEI andrebbero calcolati mese per mese, per ogni singola fascia oraria, in base al rispettivo prezzo.
Anche in questo caso per semplificare la trattazione è stato ipotizzato un prezzo costante.